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Analisi Contaminazione Fukushima – 2014-10-02

Uno studio statistico sulla campagna di misure alimentari in Giappone
dal 04 gennaio 2012 al 29 giugno 2014

Indice

Abstract

Sono passati tre anni e mezzo dall’incidente alla centrale nucleare di Fukushima Dai-chi. Durante tutto questo tempo il governo giapponese ha messo in atto una campagna di monitoraggio di prodotti alimentari senza precedenti per verificare puntualmente la conformità degli stessi al consumo umano e impedire la commercializzazione dei prodotti che risultavano contaminati. L’analisi statistica condotta in questo articolo sulla base dei dati pubblicati dal MHLW ha permesso di stabilire che i prodotti che presentano maggiore contaminazione si raggruppano in poche categorie facilmente indentificabili. In particolare, i prodotti più colpiti sono quelli di origine selvatica in contrapposizione a quelli coltivati o allevati. La situazione è riassunta sinteticamente in tabella e approfondita più avanti in questo studio.

 

Catgoria prodotto Prodotti da allevamento/coltivazione prodotti selvatici
Prodotti ittici 0.8 17
Carne 20 > 100(fino a 10000)
Vegetali 8 68
Prodotti derivati animali (latte, uova) assente

 

La contaminazione risulta dunque concentrata in alcune categorie specifiche: si tratta di carne di selvaggina, pesci di fondale, di acqua dolce o anadromi in cima alla catena alimentare e di verdura selvatica. Inoltre alcuni bioaccumulatori come i funghi presentano valori di contaminazione importanti.

Utilizzando i valori medi di contaminazione alimentare dei prodotti della prefettura di Fukushima (la più colpita in tutte le categorie) e considerando le abitudini alimentari giapponesi, è possibile stimare dosi da ingestione non superiori a 0.2 mSv/y per gli adulti e 0.3 mSv/y per i bambini. Questo valore si colloca al di sotto del limite di 1 mSv/y per la popolazione ed è altresì inferiore ai normali livelli di dose derivanti dal fondo naturale di radiazioni.

1. Scopo dello studio

Lo scopo di questo studio è di dare una visione retrospettiva e a medio-lungo termine della contaminazione alimentare conseguente all’incidente nucleare di Fukushima dell’11 marzo 2011.

In questo studio si è volutamente esclusa la campagna di misure del 2011 per due motivi. Il primo è che è già disponibile un ottimo articolo sulla situazione della contaminazione nel 2011, che si può trovare in questo sito e qui. Il secondo è che in questo studio si vuole portare maggiore attenzione alla situazione a regime, escludendo quindi l’effetto della contaminazione iniziale dovuto a nuclidi con veloce tempo di dimezzamento.

Inoltre, a differenza dell’articolo pubblicato nel gennaio 2012 nel presente ci si potrà occupare di alcuni aspetti lasciati in disparte nel 2011. In particolare:

  • Si potrà fare uno studio più approfondito sulla contaminazione nelle diverse prefetture. E’ evidente infatti che anche gli scambi di merce fra prefetture comporta la diffusione di prodotti contaminati in zone non colpite direttamente dall’incidente, ma nel 2011 si disponevano di troppi pochi dati per trarre qualunque conclusione non riguardasse le quattro prefetture maggiormente colpite: Fukushima, Miyagi, Iwate e Ibaraki.
  • Grazie alla enorme quantità di dati a disposizione, si potrà analizzare meglio la diffusione della contaminazione nell’ambiente marino e cercare di avere una visione più stabile, cercando di separare il contributo dei pesci di fondale, pelagici e dei vari scalini della catena alimentare. Si cercherà anche di studiare come la contaminazione alimentare si diffonda in maniera differente in ambiente selvatico o controllato di serra e di evidenziare se ci sono andamenti stagionali legati al sottobosco in alimenti selvatici, in particolare funghi e selvaggina.

Non si parlerà volontariamente di limiti legali alla contaminazione. Quello che interessa evidenziare qui è soprattutto fare una fotografia di una situazione che sarà in progressiva diminuzione per i prossimi 10-15 anni, considerati semplicemente il decadimento fisico dei radionuclidi e i processi di dilavamento naturale. Occorre ricordare che i limiti di legge adottati dalle autorità giapponesi:

  • non sono limiti di sicurezza (nel senso di demarcazione tra ciò che è sicuro e ciò che è pericoloso da mangiare) perché limiti di sicurezza non esistono;
  • sono circa 10 volte più restrittivi dal livelli raccomandati dal Ministry of Health, Labour and Welfare giapponese.

Quello della fonte delle misure è un argomento importante. L’obiezione sull’affidabilità delle misure pubblicate dal governo giapponese è comune, sospettando il governo di volere piuttosto tranquillizzare l’opinione pubblica che di pubblicare la situazione reale. Noi pensiamo invece che si possa prestare fiducia nelle pubblicazioni periodiche dei risultati per tre motivi principali:

  • La campagna di misure è condotta dal governo giapponese, ma diversi enti indipendenti (fra cui, all’inizio della campagna, anche GreenPeace) hanno effettuato le loro proprie misure che sono risultate sostanzialmente in accordo con quanto pubblicato. Diversi campioni sono stati inoltre inviati a più riprese in diversi istituti di diverse nazioni ed i risultati concordano con quanto pubblicato. Tuttavia, per ragioni logistiche e di budget la campagna di misure condotta dal governo ha una estensione e una capillarità che non può però essere raggiunta da altri enti.
  • I risultati pubblicati sono in linea con quanto ci si può aspettare dopo un incidente del tipo di Fukushima, sia in termini di contaminazione che di estensione del fenomeno.
  • Gli occhi del mondo sono puntati sul Giappone, tutti gli errori e le cattive valutazioni commesse dagli enti implicati nell’incidente sono subito diventati di pubblico dominio. Anche laboratori non giapponesi hanno richiesto prodotti alimentari provenienti dalle prefetture sotto osservazione per analisi indipendenti.

Giova anche sottolineare che effettuare una misura di contaminazione alimentare è materia complessa e campo di esperti, non può essere quindi improvvisata in maniera “casalinga”. Qualunque misura “casalinga” può dare un’indicazione di massima, ma certamente non permette di stabilire il livello di contaminazione di una zona né di una categoria di alimenti e nemmeno la conformità di un prodotto alla commercializzazione.

3. Geografia del Giappone

Per poter avere una visione globale e corretta della diffusione della contaminazione alimentare in Giappone, è necessario avere qualche nozione sulla geografia politica del Giappone.

Il Giappone conta 8 entità amministrative non ufficiali denominate regioni: Hokkaido (rosso), Tohoku (giallo), Kanto (verde), Chubu (celeste), Kansai (blu), Chugoku (arancione), Shikoku (violetto), Kyushu (grigio) e 47 prefetture, riportate nella mappa qui sotto:


(Immagine da Wikipedia)

Ciascuna prefettura è a sua volta suddivisa in diverse amministrazioni locali (distretti o municipalità, nei rapporti indicati genericamente con il termine di “area”), che possono essere città (-shi), cittadine (-cho o -machi) e villaggi (-mura).

Per facilitare la visualizzazione geografica delle aree citate nell’articolo, qui sotto proponiamo una mappa delle prefetture che può essere cliccata e ingrandita in una finestra a parte. Questa mappa non è naturalmente esaustiva e si concentra sulle prefetture più vicine alla zona dell’incidente, permette tuttavia di collocare agevolmente la maggior parte dei distretti citati nell’articolo.

Il punto rosso sulla riva fra i distretti di Futaba e Okuma nella prefettura di Fukushima indica la posizione della centrale Fukushima-daichi.

 


 

4. Statistiche generali

La parte della campagna di misure effettuate sui prodotti alimentari di Fukushima e più in generale in Giappone presa in considerazione in questo articolo consiste di 741837 misure nel periodo fra il 26 dicembre 2011 e il 29 giugno 2014.

Di seguito le statistiche generali del campione di misure.

4.1. Statistiche per prefettura

La campagna di misurazione ha interessato tutte le prefetture, anche quelle più lontane. Naturalmente, la campagna è stata particolarmente intensa nelle prefetture intorno quella di Fukushima, coprendo completamente le regioni di Kanto, Tohoku e parte di Chubu, regioni dove sono concentrate il 92% delle misure.

 


Il diagramma riportato sopra non fornisce dati per le singole prefetture. Ecco quindi una tabella con le prefetture che sono state oggetto di più di 10000 misure, in ordine decrescente:

 

 

Prefettura Numero di misure
Fukushima 92277
Miyagi 82399
Tochigi 75722
Gunma 63396
Ibaraki 62914
Iwate 62885
Hokkaido 47240
Yamagata 45959
Nagano 28296
Chiba 21242
Aomori 17254
Shimane 13927
Niigata 12977
Saitama 12678
Kagoshima 11581
Akita 10899

 

Da notare tuttavia che in 23607 casi, un valore non trascurabile, non è stata data alcuna indicazione precisa sulla prefettura, perché nella maggior parte di questi casi più prefetture sono associate allo stesso alimento.

4.2. Andamento del numero di misure nel tempo

La campagna di misure è andata intensificandosi a partire dalla metà del 2012 fino a stabilizzarsi intorno a una media di circa 25000 misure al mese, come messo bene in evidenza dal grafico seguente che riporta il numero di misure effettuate per ogni mese a partire da gennaio 2012 fino a giugno 2014:

 


 

4.3. Statistiche per categoria alimentare

Per quanto riguarda invece la ripartizione delle misure nelle diverse categorie alimentari, il grafico seguente permette di avere una visione globale:

 



Una osservazione deve tuttavia essere fatta a proposito di questa ripartizione in categorie. Nel corso della campagna, diversi alimenti hanno cambiato più volte di categoria, quindi uno stesso prodotto può contribuire a due categorie diverse. E’ il caso ad esempio del tè, che in principio era incluso nella categoria “verdura e frutta” e successivamente è passato nella categoria “acqua potabile”, di buona parte delle verdure che dalla categoria “verdura e frutta” sono passate alla categoria “Prodotto agricolo” o ancora di alcuni tipi di carne che possono essere ritrovati in “prodotto da allevamento”, “carne rossa” o “carne/uova”. In effetti, a posteriori si può dire che fatta eccezione per i prodotti ittici la definizione di categoria alimentare si è rivelata essere una delle nozioni più ambigue utilizzate durante la campagna di misure.

 

In ogni caso, la visione globale che si trae da questo grafico è corretta e si può affermare che le categorie vegetali, animali e ittico coprono rispettivamente circa il 15%, il 72% e il 7% delle misure effettuate.

Su 725913 misure per le quali l’indicazione è stata fornita, 660955 sono state analizzate prima che giungessero sul mercato mentre 64958 effettuate su prodotti già in commercio. Il 91% delle misure è stato pertanto effettuato a monte della filiera, e questo si inquadra bene nella politica seguita dal governo giapponese di eliminare dalla distribuzione i prodotti risultati con valore di contaminazione superiore alla soglia ammessa. Del restante 9% solo 3179 misure, pari al 4.9% degli alimenti in commercio, hanno fatto registrare un valore di cesio totale superiore a zero.

Si tenga presente che qui e nel seguito dell’articolo con la dicitura cesio totale si intende la somma Cs-134 e Cs-137 contenuto negli alimenti testati.

4.4. Statistiche per livello di contaminazione

Infine, la statistica più importante è senza dubbio quella sulla contaminazione. Nei grafici seguenti questa informazione è riportata suddividendola in quattro categorie:

  • Contaminazione assente. In questa categoria sono riportate tutte le misure che non hanno fatto registrare alcun valore di Cs-137 e Cs-134, ma anche tutte quelle il cui contenuto è inferiore alla soglia di sensibilità degli strumenti di misura. Questi limiti sono dell’ordine del Bq/kg e più raramente raggiungono i circa 20 Bq/kg.
  • Contaminazione Lieve. Si tratta degli alimenti che hanno fatto registrare un contenuto di Cesio totale (Cs-137 + Cs-134) inferiore a 100 Bq/kg, che fra l’altro coincide con i nuovi limiti introdotti dal governo giapponese nell’aprile 2012.
  • Contaminazione sopra i limiti. Si tratta degli alimenti che hanno superato al controllo i 100 Bq/kg.
  • Contaminazione al di sopra dei livelli guida del Codex Alimentarius (FAO-ONU). Si tratta del sottogruppo degli alimenti contaminati che hanno fatto registrare valori superiori a quelli ammessi dal Codex Alimentarius per la commercializzazione, cioé 1000 Bq/kg.

La ripartizione in queste categorie della totalità delle misure effettuate è mostrata nel grafico seguente:

 


È certamente più interessante vedere come questa contaminazione è presente nelle differenti prefetture. A questa domanda risponde il grafico seguente, che mostra appunto come queste categorie sono ripartite per prefettura:

 

 


Le prefetture più colpite sono Fukushima, Miyagi, Tochigi e Ibaraki, seguite da Iwate e Chiba. Questo non è sorprendente, in quanto si tratta delle prefetture più vicine alla centrale e al pennacchio di contaminanti emesso durante l’incidente. La prefettura che ha fatto registrare il maggior numero di alimenti contaminati è naturalmente la prefettura di Fukushima, di cui il dettaglio è riportato nel grafico che segue (nel grafico a torta è riportato il numero di misure per categoria):

 

 


Il numero di misure totali che hanno superato i limiti del Codex Alimentarius è di 272, così ripartite (tre misure non risultano associate ad alcuna prefettura):

 

 

Prefettura N° misure sopra limiti del Codex
Fukushima 207
Gunma 2
Ibaraki 12
Iwate 20
Miyagi 8
Nagano 3
Tochigi 17
Prefettura sconosciuta 3

 

Non risulta sorprendente che queste misure siano concentrate nella zona più vicina alla centrale. Più in dettaglio, queste misure riguardano principalmente funghi selvatici (shiitake, Koshiabura, apricot mikcap, chanamemutsutake), carne selvatica (cinghiale, cervo), e meno frequentemente alcuni pesci e vegetali concentrati nella prefettura di Fukushima. I due valori più alti riguardano misure di cinghiale nella prefettura di Fukushima (circa 61000 Bq/kg) e di fungo apricot nella prefettura di Tochigi (circa 23000 Bq/kg).

Per l’analisi per prefettura è stato utilizzato un sottocampione di 717254 misure per le quali l’indicazione della prefettura è data senza ambiguità.

5. Analisi dettagliata delle differenti categorie alimentari

Si passerà ora ad analizzare in dettaglio le tre grandi categorie alimentari: pesci, carne e vegetali.

Di queste categorie viene studiato anche l’andamento temporale della contaminazione da cesio. Siccome lo scopo in questo caso è di studiare l’evoluzione dei prodotti contaminati e non la media generale per prodotto, per produrre questi grafici sono state utilizzate solo le misure che presentano un livello di cesio superiore a zero. Sull’asse delle ordinate è riportata quindi la media di Cesio totale effettuata su una giornata (data del prelievo) senza tenere conto delle prefetture e dei prodotti.

5.1 Prodotti Ittici

I prodotti ittici sono rappresentati da 54324 misure. Le statistiche generali riguardo la contaminazione sono riportate nel grafico seguente.

 


La contaminazione media per prefettura è illustrata invece nel grafico seguente. Per questo grafico è stato utilizzato un campione di 54104 misure per le quali l’indicazione della prefettura non è ambigua.

 

 


La contaminazione media per prefettura considerando solo le 21245 che hanno fatto registrare un valore di cesio superiore a zero è riportata nel grafico seguente:

 

 


Le prefetture più colpite sono evidentemente Fukushima, Gunma, Tochigi, Ibaraki e Miyagi. Questo non è sorprendente in quanto si tratta delle prefetture più vicine alla zona dell’incidente e che quindi hanno risentito maggiormente degli scarichi in mare, della ricaduta di particelle di cesio sul territorio e del dilavamento di queste nelle acque interne (fiumi e laghi).

 

Dei 1901 prodotti risultati con contaminazione superiore ai 100 Bq/kg, 49 sono risultati superiori anche ai limiti del Codex Alimentarius, ovvero 1000 Bq/kg. Queste misure sono riportate nella tabella seguente:

 

Prefettura Area Cesio totale medio (Bq/kg) Max Cesio totale (Bq/kg) N° misure
Fukushima Date-shi, fiume Oishi 1130 1130 1
Fukushima Hirono-machi 1468 3100 29
Fukushima Iitate-mura, fiume Niida 18700 18700 1
Fukushima Iwaki-shi 1347 2000 11
Fukushima Kawamata-machi, fiume Kuchibuto 1400 1400 1
Fukushima Minamisoma-shi 1030 1030 1
Fukushima Minamisoma-shi, fiume Oota 2070 2070 1
Fukushima Okuma-machi 1700 1700 1
Fukushima Tomioka-machi 1700 1700 1
Ibaraki offshore 1000 1000 1
Miyagi offshore 3300 3300 1

 

Queste misure risultano tutte concentrate nella zona intorno alla centrale e sotto il pennacchio di contaminanti emesso durante l’incidente. Le misure altamente contaminate nella zona del pennacchio riguardano pesci di fiume, è quindi ragionevole pensare che questa contaminazione sia dovuta al dilavamento per ruscellamento del cesio depositato in superficie.

È tuttavia possibile fare una distinzione fra prodotti selvatici e di allevamento. Il numero di prodotti che riportano esplicitamente l’indicazione di prodotto selvatico o di allevamento è riportato nella tabella seguente, in cui è riportato anche il numero di misure che hanno fatto registrare un contenuto di cesio superiore a zero.

 

Tipologia prodotto N° Misure totali N° misure contaminate
Selvaggio 5164 3235
Allevamento 2105 106

 

Sulla base di queste misure, si può compilare una tabella che mostra la contaminazione media di cesio totale per queste quattro categorie. Il risultato di questa analisi è mostrato qui di seguito.

 

Tipologia prodotto Cesio totale medio (Bq/kg)Media generale Cesio totale medio (Bq/kg)Media misure contaminate Max cesio totale (Bq/kg)
Selvaggio 17 27 3300
Allevamento 0.81 16 240

 

Come si vede chiaramente, esiste una netta differenza fra la contaminazione dei prodotti selvatici e quelli di allevamento. In particolare, il valore massimo di cesio registrato è notevolmente più alto nel caso di pesce selvaggio.

Una analisi dettagliata delle misure mostra che la quasi totalità si concentra in realtà fra 0 e 200 Bq/kg, le misure con valori più alti sono essenzialmente misure sparse.

Per quanto riguarda invece specificamente i prodotti ittici di acqua dolce, il grafico seguente mostra la contaminazione media per prefettura dei soli pesci di fiume. L’informazione è stata estratta utilizzando un campione di 5148 misure per le quali l’area riporta esplicitamente l’indicazione di un fiume.

 


Nella tabella seguente riportiamo prefettura, area, contaminazione media da cesio totale e numero di misure che hanno fatto registrare un valore medio superiore a 100 Bq/kg, ordinate per valore di cesio decrescente:

 

Prefettura Area Cesio Totale Medio N° misure
Fukushima Iitate-mura 9425 2
Fukushima Minamisoma-shi 709 13
Fukushima Kawamata-machi 540 6
Miyagi Taihaku-ku 300 1
Fukushima Kori-machi 218 14
Tochigi Date-shi 217 5
Fukushima Date-shi 201 55
Tochigi Otama-mura 163 1
Miyagi Koriyama-shi 160 1
Iwate Koriyama-shi 156 3
Fukushima Otama-mura 155 7
Fukushima Fukushima-shi 128 87
Tochigi Sendai-shi 127 2
Gunma Takayama-mura 126 3
Miyagi Sendai-shi 120 1
Miyagi Marumori-cho 111 1
Fukushima Nihonmatsu-shi 104 6
Ibaraki Takasaki-shi 102 8

Le prefetture più colpite risultano, senza sorpresa, nell’ordine: Fukushima, Miyagi, Tochigi, Ibaraki e Iwate. Si tratta naturalmente delle prefetture intorno l’area dell’incidente che più sono state soggette al deposito di particelle di cesio dall’atmosfera, particelle che successivamente a causa del dilavamento sono confluite nei fiumi.

Per quanto riguarda i prodotti risultati maggiormente contaminati, nella tabella seguente sono riportati gli alimenti che hanno fatto registrare un valore medio di cesio totale superiore a 100 Bq/kg, ordinati per valori decrescenti:

 

Prodotto Ittico Cs totale medio (Bq/kg) Max Cs totale (Bq/kg) N ° Misure
varietà di granchio 320 320 1
varietà di seabream selvatico 289 3300 29
rockfish 288 3100 126
pesci della famiglia Hexagrammidae 269 1740 93
varietà spotbelly di rockfish 236 560 5
poacher 219 1440 39
pesce affine al persico essiccato 212 212 1
trota varietà marrone 177 280 12
varietà di trota selvatica 160 530 49
rockfish bianco 156 1700 207
razza 155 1050 337
pesce gatto selvatico 141 320 26
pesce suzuki selvatico 135 570 11
Gnatdophis nystromi (specie di grongo) 132 132 1
Helicolenus dactylopterus (Perca di mare) 130 1340 23
Salvelinus alpinus (specie di salmone) 126 840 64
salmoni non migratori 123 18700 284
pesce loach da allevamento 120 240 2
varietà di pesce piatto 119 280 7
specie di salmone selvatico 114 330 5
anguilla giapponese selvatica 110 180 5
varietà stimpson di vongola 110 109 1
varietà di anguilla selvatica 104 104 1
varietà di pesce croaker 101 217 12

 

Da notare che si tratta prevalentemente di tre categorie principali: pesci di fondale, pesci di acqua dolce o predatori. Una analisi in questo senso è fatta più avanti in questo articolo.

5.1.1. Evoluzione nel tempo

L’evoluzione nel tempo della contaminazione ittica è mostrata nel grafico seguente.

 


Si percepisce una lieve diminuzione media della contaminazione, che si attesta comunque intorno a dei valori compresi fra 10 e 100 Bq/kg.

 

5.1.2. Effetto sulla catena alimentare

Nel caso dei prodotti ittici, oltre a fare un’analisi generale della categoria è interessante fare una suddivisione ulteriore a seconda delle abitudini alimentari e del tipo di animale marino. Questa ulteriore suddivisione è interessante perché permette di avere una visione più precisa sulla localizzazione della contaminazione ittica. Per questo motivo, si sono identificate alcune categorie principali in cui ripartire i prodotti ittici:

  • Fondale: pesci che vivono e si nutrono principalmente sui fondali marini (bentonici) o altri ambienti dove la sedimentazione è importante.
  • Pelagico: pesci che vivono e si nutrono principalmente in acque aperte, non vicini al fondo né alla superficie.
  • Acqua dolce: pesci che vivono in acque interne, laghi o fiumi.
  • Anadromo/Catadromo: pesci che vivono in mare e si riproducono nei fiumi (anadromi) o viceversa (catadromi). In questo contesto non sono stati considerati i pesci eurialini, ovvero quelli che possono sopportare grandi variazioni di salinità dell’acqua e pertanto possono spingersi temporaneamente (ad esempio per cacciare) in zone di acqua dolce o salata.
  • Predatore: pesci cacciatori che si trovano più in alto nella catena alimentare marina.
  • Mollusco: tutti i tipi di molluschi.
  • Crostaceo: tutti i tipi di crostacei.
  • Alga: tutti i tipi di alghe.

Una volta applicata questa classificazione, le misure si suddividono come mostrato in tabella. E’ da tenere in conto che alcuni prodotti non si adattano bene in nessuna di queste categorie. Si tratta generalmente di prodotti che ricadono in uno dei casi indicati qui sotto:

  1. Denominazione troppo generica per poter essere associata ad una specie particolare
  2. Pesci relativamente rari o molto specifici di certe zone dell’Asia su cui non ci sono informazioni sufficienti dal punto di vista di questo articolo
  3. Prodotti che non rientrano effettivamente in nessuna delle categorie, ad esempio i tunicati

Nel dubbio, questi prodotti non sono stati classificati.

 

Categoria Numero Misure
Fondale 19029
Pelagico 18451
Acqua dolce 1303
Anadromo/Catadromo 5611
Predatore 22578
Mollusco 5781
Crostaceo 820
Alga 907
Nessuna categoria 5021

 

La suddivisione dei prodotti ittici per categoria permette di ricavare il seguente risultato per la contaminazione media:

 


Da questo grafico si vede immediatamente che le categorie più colpite sono:

 

  • Pesci di fondale: questo è ragionevole perché i pesci di fondale si trovano e si alimentano a stretto contatto con i depositi di cesio sedimentati sul fondo. Il cesio è certamente presente in tutti gli strati perché solubile, ma la maggior parte la si trova sui fondali.
  • Pesci di fiume e di abitudini anadrome/catadrome: questo è ragionevole perché i depositi superficiali in seguito al dilavamento sono caduti nei corsi d’acqua nell’arco di qualche stagione. In altri termini, i corsi d’acqua superficiale tendono a concentrare il cesio.
  • Pesci predatori: anche questo è ragionevole in quanto il cesio si accumula nei tessuti e essendo in cima alla catena alimentare questi tendono ad accumulare il cesio assimilato dagli organismi inferiori.
  • Pesci che non ricadono nelle altre categorie: questa casistica deve essere analizzata più in dettaglio.

Tralasciando qui i dettagli dei pesci che non rientrano in alcuna categoria, si possono fare alcune considerazioni sugli elementi principali di questa lista:

  1. Il prodotto che maggiormente appare è il seabream, denominazione comune della famiglia sparidae che comprende molte specie. La varietà più comune è il dentice, che è un pesce che frequenta i fondali anche sabbiosi ed è un predatore.
  2. I “pesci affine al persico” possono essere considerati come pesci di acqua dolce.
  3. Il croaker è un nome generico che comprende diversi pesci della famiglia sciaenidae, che generalmente popolano gli estuari o i fondi sabbiosi.
  4. La denominazione “pesce balestra” si riferisce alla famiglia balistidae che comprende ben 42 specie. Non hanno nessuna abitudine particolare nel contesto che ci interessa, ma hanno una preferenza per nutrirsi di organismi bentonici.
  5. Il pesce denominato Tokifugu anche se non ha abitudini specifiche nel particolare contesto che ci interessa, mostra una preferenza per gli ambienti di fondo.

Dunque, anche se di caratteristiche non ben definite anche i pesci di questa lista sembrano rientrare nelle specie di fondale o predatori.

5.2. Carne

5.2.1. Carne bovina

Il campione di misure relativo alla carne bovina conta 526939 misure, la cui contaminazione risulta così ripartita:

 


A causa del grande numero di misure risultate non contaminate da cesio, la contaminazione media per prefettura non supera mai i 4 Bq/kg, come si può vedere dal grafico seguente:

 

 


Dalla distribuzione per prefettura si vede, tuttavia, come la contaminazione della carne di manzo non sia legata geograficamente all’incidente nucleare. È chiaro invece come la contaminazione si sia allargata a tutto il territorio a macchia di leopardo, senza restare concentrata in nessuna zona particolare. La prova di questo si vede nel fatto che la contaminazione media maggiore viene registrata nelle prefetture di Fukui e Nagano (Chubu), Oita (Kyushu), Hyogo (Kansai) e Iwate (Tohoku).

 

È bene ricordare che a metà del 2011 ci fu la questione delle partite di fieno contaminato di Fukushima (di cui qui si possono trovare i dettagli), quando una serie di partite di fieno contaminato furono distribuite in diverse prefetture altrimenti non contaminate. In seguito a questo errore, il governo ha messo immediatamente in piedi una grossa campagna di controllo della carne, ritirando dal commercio tutto quello che risulta al di sopra dei limiti ammessi e cercando di riportare la situazione sotto controllo.

In ogni caso, solo 57 misure di carne di manzo sono risultate superiori ai valori ammessi, misure appartenenti alle prefetture di di Fukushima (7 misure), Gunma (4 misure), Ibaraki (6 misure), Iwate (22 misure), Myiagi (17 misure) e Tochigi (1 misura). Nessuna misura di carne è mai risultata al di sopra del limite stabilito dal Codex Alimentarius.

5.2.2. Evoluzione nel tempo della carne bovina

Nel grafico seguente è mostrato l’andamento della contaminazione da cesio nella carne di manzo nel corso del tempo.

 


Appare evidente una tendenza alla diminuzione della contaminazione media, stabilizzatosi definitivamente intorno alla metà del 2013. Le misure anteriori a questa data mostrano un progressivo aumento della contaminazione media man mano che si retrocede verso la fine del 2011, dove i risultati delle misure sono quasi caotici.

 

La diminuzione che si vede nel grafico è prevalentemente dovuta al decadimento del Cs-134, il cui tempo di dimezzamento è di circa 2 anni. Parallelamente a questa diminuzione, non è escluso che lo sforzo di recuperare il fieno contaminato e di miscelarlo opportunamente con partite non contaminate per abbassarne la contaminazione media abbia dato anche il suo contributo. Dopo il periodo iniziale dove la contaminazione era più consistente e sparsa a macchia di leopardo nel Giappone, si può affermare dire che i livelli di contaminazione si attestano ormai intorno a dei valori medi di circa 15-20 Bq/kg e quindi largamente al di sotto dei limiti legali.

Nota: Alcune date di prelievo in questo grafico si riferiscono al 2011, questo si giustifica con il fatto che le misure di alcuni campioni prelevati nel 2011 sono stati pubblicati in rapporti comparsi dopo il 1 gennaio 2012.

Il campione statistico di questa analisi conta 533773 misure.

5.2.3. Carne selvatica

Gli animali selvatici sono stati oggetto di 2979 misure. Lo studio della contaminazione degli animali selvatici riveste importanza perché permette di determinare l’evoluzione della contaminazione senza l’intervento umano, permettendo così indirettamente di avere una misura dell’efficacia delle misure preventive messe in atto.

Gli animali selvatici oggetto di questa campagna sono stati i seguenti:

 

Animale Selvatico N° Misure
Anatra selvatica 154
Orso nero asiatico 408
Cervo Sika 655
Cinghiale 1760
Fagiano giapponese 96
Lepre 15

 

Nella tabella seguente riportiamo la contaminazione media in Bq/kg per prodotto selvatico e per prefettura (dove riportato 0 Bq/kg, in genere si tratta di una sola misura o poche unità).

La distribuzione della contaminazione risulta in questo caso evidente. La prefettura più colpita è Fukushima, seguita da Miyagi, Gunma e Tochigi: questo è del tutto normale, in quanto si tratta delle quattro prefetture che si trovano intorno all’area della centrale.

Il prodotto più colpito risulta il cinghiale, seguito alla pari da cervo e orso. È interessante anche notare come la contaminazione di cinghiali, cervi e orsi sia più diffusa nelle prefetture circostanti rispetto a fagiano e (nei limiti delle poche misure disponibili) lepre. Anche questo è ragionevole, in quanto la diffusione della contaminazione è legata agli spostamenti degli animali e sicuramente orsi, cinghiali e cervi percorrono distanze maggiori attraversando facilmente i confini della prefettura rispetto a fagiani e lepri. Tutto questo può essere visto nella matrice presentata qui sotto, dove sono riportati i valori medi di Cesio totale in Bq/kg per prefettura e tipo di carne.

 

  Anatra Orso nero Cervo Sika Cinghiale Fagiano giapponese Lepre
Akita 0 3 0 0
Aomori 0 0 0
Chiba 17 10 19
Fukushima 139 173 110 1386 120 977
Gunma 16 142 91 123 33
Ibaraki 14 135 2.5
Iwate 8 66 63 38
Kanagawa 39 69
Kochi 0 0
Mie 2.7
Miyagi 9 132 142 106 7
Nagano 0 10 22
Niigata 0 32 0 19 0 1
Saitama 25 6
Shizuoka 10 9
Tochigi 8 145 101
Wakayama 5 11
Yamagata 0 32 560
Yamanashi 14 2.3

 

I valori medi non rendono giustizia alla effettiva contaminazione del cinghiale. Nel grafico seguente mostriamo l’andamento nel tempo di questa contaminazione, si può effettivamente vedere che la maggior parte delle misure cadono fra i 10 e i 1000 Bq/kg. Si può anche constatare come, trattandosi di animali selvatici con un elevato contenuto di cesio di partenza, non si vede alcuna variazione sostanziale fra la fine del 2011 e la prima metà del 2014. La contaminazione media degli animali selvatici resta sostanzialmente invariata.

 


Solo 123 misure hanno superato i 1000 Bq/kg, misure che tuttavia a causa della loro importanza riescono a far spostare la media verso l’alto. Di queste misure, 119 provengono dalla sola prefettura di Fukushima, 3 dalla prefettura di Tochigi e 1 dalla prefettura di Gunma. È interessante spingere l’analisi più lontano e vedere anche in quali aree delle prefetture sono stati raccolti questi campioni.

 

 

Prefettura Area Min Max Media N° Misure
Fukushima Fukushima-shi 1200 2100 1767 3
Fukushima Hirono-machi 1100 6200 3830 10
Fukushima Iitate-mura 1200 9500 2671 21
Fukushima Iwaki-shi 33000 33000 33000 1
Fukushima Kawamata-machi 1100 6500 2719 8
Fukushima Kawauchi-mura 1260 1260 1260 1
Fukushima Minamisoma-shi 1200 61000 9254 24
Fukushima Naraha-machi 4000 7500 5900 12
Fukushima Nihonmatsu-shi 1050 25000 2889 24
Fukushima Nishigo-mura 1350 1350 1350 1
Fukushima Shirakawa-shi 1200 1200 1200 1
Fukushima Soma-shi 1300 1900 1690 3
Fukushima Sukagawa-shi 1100 1300 1200 3
Fukushima Tamura-shi 1100 9600 3756 9
Fukushima Yamatsuri-machi 1220 1220 1220 1
Gunma Kiru-shi 1100 1100 1100 1
Tochigi Nakagawa-machi 1100 1100 1100 1
Tochigi Nasushiobara-shi 1271 1271 1271 1
Tochigi Nikko-shi 2490 2490 2490 1

 

La prefettura più colpita è evidentemente quella di Fukushima. In particolare, i campioni più contaminati in assoluto (61000 Bq/kg, 36000 Bq/kg, 20000 Bq/kg, 12000 Bq/kg e 11000 Bq/kg) sono stati prelevati nell’area di Minamisoma-shi. Altri campioni eccezionalmente elevati provengono dalla regione di Iwaki-shi (33000 Bq/kg) e Nihonmatsu-shi (25000 Bq/kg). Altre aree pesantemente colpite dalla contaminazione selvatica sono quelle di Tamura-shi e Iitate-mura.

Con l’aiuto della mappa riportata sopra, si può vedere che la contaminazione della carne selvatica coinvolge due aree geografiche diverse: le regioni che si trovano sotto il pennacchio emesso dalle centrale nel corso dell’incidente e le regioni boschive della prefettura di Fukushima, Gunma e Tochigi, probabilmente in seguito agli spostamenti della fauna. Trattandosi degli animali selvatici, questa distribuzione è del tutto ragionevole.

5.2.4. Altre carni

La situazione della carne di pollo e di suino è notevolmente migliore rispetto alle altre varietà, senza dubbio grazie al fatto che questi animali sono allevati in condizioni molto più controllate e non sono state soggette all’errore delle partite di fieno che ha rischiato di creare grossi problemi alla carne di manzo.

Carne di pollo

Il grafico seguente mostra chiaramente che per la carne di pollo la contaminazione è praticamente assente:

 


In particolare, il pollo è risultato lievemente contaminato solo nelle prefetture di Fukushima, Gunma, Iwate, Miyagi, Shizuoka, Tochigi, Wakayama, Yamagata e Yamanashi, comportando tuttavia solo il 3% delle misure. Questa lieve contaminazione potrebbe spiegarsi con la commercializzazione di mangime parzialmente miscelato con alcune partite contaminate. La contaminazione media per prefettura è mostrata nel grafico seguente:

 

 


Il dettaglio delle prefetture risultate contaminate è riportato nella tabella seguente, dove è indicata la prefettura di prelievo, il valore medio delle misure, il valore massimo registrato e il numero di campioni prelevati:

 

 

Prefettura Cesio Totale medio (Bq/kg) Max Cesio (Bq/kg) N° Misure
Fukushima 0.51 17 298
Gunma 4 64 28
Iwate 0.18 12 209
Miyagi 4 34 38
Shizuoka 0.42 5 13
Tochigi 0.08 3 59
Wakayama 1.3 2 106
Yamagata 0.31 7 23
Yamanashi 0.3 7 46

 

Le prefetture che hanno fatto registrare valori al di sopra di 10 Bq/kg sono Fukushima (Aisuwakamatsu-shi, Fukushima-shi, Kawamata-machi, Misima-machi, Shimogo-machi), Gunma (Shibukawa-shi), Iwate (Hachimantai-shi), Miyagi (Kunihara-shi, Osaki-shi, Taiwa-cho, Tome-shi), Wakayama (Aridagawa-cho, Gobo-shi, Tanabe-chi)

È bene notare che in questo caso non si tratta di contaminazione estesa, ma di poche misure singole che solo nelle prefetture di Gunma, Miyagi e Wakayama superano i 20 Bq/kg. Le misure con contaminazione più alta sono tutte antecedenti a ottobre 2013.

Carne di suino

 


La carne di suino è risultata lievemente contaminata solo nelle prefetture di Chiba, Fukushima (dove, fra l’altro, si è registrato il solo valore al di sopra di 100 Bq/kg, nell’area di Koriyama-shi), Ibaraki, Iwate, Kanagawa, Tochigi e Yamagata. Anche in questo caso, la contaminazione potrebbe spiegarsi con la commercializzazione di mangime derivante da miscele con vegetali contaminati. Questa ipotesi è sostenuta dal fatto che la contaminazione è molto bassa e sparsa a macchia di leopardo sul territorio giapponese. La contaminazione media per prefettura è mostrata nel grafico seguente:

 

 


Il dettaglio delle prefetture risultate contaminate è riportato nella tabella seguente, dove è indicata la prefettura di prelievo, il valore medio delle misure, il valore massimo registrato e il numero di campioni prelevati:

 

 

Prefettura Cs totale medio (Bq/kg) Max Cesio (Bq/kg) N° Misure
Chiba 0.06 1.8 105
Fukushima 1.2 110 544
Ibaraki 0.18 25 158
Iwate 0.15 14 141
Kanagawa 0.22 36 193
Tochigi 0.32 25 160
Yamagata 0.12 10 84

 

Le prefetture che hanno fatto registrare almeno un valore al di sopra di 10 Bq/kg sono Fukushima (aree di Aizumisatso-machi, Asakawa-machi, Kitakata-shi, Koriyama-shi, Kunimi-machi, Nihonmatsu-shi, Samegawa-mura, Shirakawa-shi, Tamura-shi, Tanei-mura), Ibaraki (Koga-shi), Iwate (Hanamaki-shi), Kanagawa (Atsugi-shi), Tochigi (Nikko-shi, Yaita-shi) e Yamagata (Yonezawa-shi), con la maggior parte concentrate nella prefettura di Fukushima.

Anche in questo caso non si tratta di contaminazione estesa, ma di poche misure singole che solo nell’area di Koriyama-shi (Fukushima) superano i 100 Bq/kg. Le misure maggiormente contaminate risalgono tutte a prima di marzo 2013.

Nel complesso, si può dire che la contaminazione della carne di pollo e suino è molto ridotta, ma dal punto di vista geografico non è localizzata in maniera particolare tranne per il fatto che la contaminazione maggiore (che rimane, è il caso di sottolineare, su valori estremamente bassi) si riscontra nella zona intorno alla centrale.

Questa analisi si è basata su 1425 misure di carne di pollo (di cui 282 non riconducibili a nessuna prefettura in particolare) e 2469 misure di suino (di cui 314 non riconducibili a nessuna prefettura in particolare)

5.3. Verdura e frutta

Le statistiche generali sulle misure di frutta e verdura sono mostrate nel grafico seguente. Il campione totale contiene 110452 misure.

 


Di questo campione, 1135 misure sono risultate al di sopra del limite fissato di 100 Bq/kg di cui solo 66 misure sono risultate anche al di sopra del limite imposto dal Codex Alimentarius. Queste misure riguardano generalmente funghi e felci e saranno quindi analizzate più accuratamente nel paragrafo riguardante i funghi.

 

La contaminazione per prefettura è illustrata nel grafico seguente.

 


Le prefetture più colpite in media risultano Hiroshima (Chugoku), Iwate (Tohoku), Okinawa (Kyushu), Fukushima (Tohoku), Tochigi (Kanto) e Yamanashi (Chubu). Tuttavia questa media non rispecchia la realtà della situazione. Il grafico seguente riporta il numero di misure per prefettura ripartito nelle tre categoria di contaminazione:

 

 


Si vede bene che le prefetture più colpite a livello di alimenti contaminati risultato essere Fukushima, Miyagi e Tochigi come negli altri casi analizzati. Se si guarda inoltre alla massima contaminazione e non alla contaminazione media, le prefetture con il maggior numero di misure che hanno superato i 1000 Bq/kg sono Fukushima (28 misure), Iwate (13 misure) e Tochigi (11 misure).

 

La differenza di contaminazione fra prodotti selvatici e coltivati è notevole. La media di cesio totale per i prodotti selvatici è di 67.7 Bq/kg, mentre quella degli altri prodotti è di soli 8.0 Bq/kg, come si vede nella tabella seguente:

 

Origine Cs totale medio (Bq/kg) N° Misure
Prodotti selvatici 68 3823
Prodotti coltivati 8 23717

 

Questa tabella è stata ricavata utilizzando le 27530 misure per cui l’indicazione di prodotto coltivato o selvatico è data esplicitamente.

Con l’esclusione di riso, tè e funghi che saranno analizzati in dettaglio più sotto, i prodotti selvatici più colpiti sono koshiabura e felci (che raggiungono diverse centinaia di Bq/kg), yacon, aralia e germogli di bamboo, mentre fra i prodotti non selvatici la contaminazione è più dispersa fra i diversi alimenti e riguarda principalmente gli alimenti coltivati all’aperto.

L’analisi per prefettura è stata compiuta su un campione ridotto di 109741 misure in quanto le restanti 709 non sono attribuibili a nessuna prefettura. In particolare, due misure riguardano campioni di importazione dal Nord America.

Nella categoria dei prodotti agricoli riteniamo utile fare una analisi particolare per tre prodotti specifici: il riso e il tè per l’importanza che rivestono nell’alimentazione giapponese e i funghi in quanto si sono rivelati importanti concentratori di cesio.

Riso

L’analisi del riso è effettuata esclusivamente sul riso nelle sue varianti della forma originale, senza prendere in considerazione preparati vari. Il sottocampione utilizzato conta 13844 misure.

Le statistiche generali sulla contaminazione del riso sono riportate nel grafico seguente:

 


Nessuna misura è risultata al di sopra del limite indicato dal Codex Alimentarius.

 

13668 misure risultano associabili senza ambiguità ad una prefettura. L’analisi della contaminazione media per prefettura è illustrata nel grafico seguente:

 


La contaminazione media del riso è estremamente bassa, tranne nelle prefetture di Fukushima dove tocca i circa 75 Bq/kg e di Tochigi, dove la contaminazione media supera comunque di poco 1 Bq/kg. I valori massimi registrati riguardano la prefettura di Fukushima (360 Bq/kg), la prefettura di Iwate (300 Bq/kg) e la prefettura di Miyagi (260 Bq/kg), Tochigi (65 Bq/kg), Gunma (47 Bq/kg) e Ibaraki (44 Bq/kg), Chiba (33 Bq/kg). In tutte altre prefetture, il valore massimo registrato non supera i 20 Bq/kg.

 

Una analisi delle partite risultate con contaminazione superiore a 100 Bq/kg mostra la seguente distribuzione sul territorio:

 

Prefettura Area Cesio totale medio (Bq/kg) Max Cesio Totale (Bq/kg) Numero di misure
Fukushima Fukushima-shi 119 230 42
Fukushima Iwaki-shi 140 140 1
Fukushima Kawamata-machi 146 160 5
Fukushima Koriyama-shi 120 120 1
Fukushima Miharu-machi 353 360 3
Fukushima Minamisoma-shi 123 180 27
Fukushima Motomiya-shi 157 230 12
Fukushima Nihonmatsu-shi 110 110 1
Fukushima Otama-mura 277 280 6
Fukushima Sukagawa-shi 110 110 1
Iwate Ichinoseki-shi 300 300 1
Miyagi Kurihara-shi 165 260 13

 

Si tratta quindi di zone prevalentemente legate all’incidente, in particolare le aree che presentano maggiore contaminazione sono quelle al di sotto del pennacchio emesso dalla centrale. La diffusione nelle altre prefetture potrebbe anche in questo caso essere dovuta in parte alla commercializzazione di riso della prefettura di Fukushima, che risulta comunque il più contaminato, al di fuori dei confini della prefettura. Il dettaglio del campione delle 2382 misure risultate contaminate risulta così distribuito:

 


 

Il campione di misure riguardante il tè è costituito da 1880 misure. Le statistiche generali riguardanti il tè sono riportate nel grafico seguente:

 


Nessuna misura è risultata al di sopra del limite stabilito dal Codex alimentarius.

 

Di queste misure solo 1502 risultano associabili senza ambiguità ad una prefettura, le cui statistiche sono riportate nel grafico seguente:

 


Si vede che le prefetture più colpite per la contaminazione del tè sono Ibaraki, Mie, Iwate, Tochigi, Tokushima e Saitama. È interessante ancora una volta vedere il dettaglio delle misure contaminate in queste prefetture. Nei grafici seguenti sono riportate la media di cesio totale e la massima misura di cesio totale per le diverse aree della prefettura considerando solo i campioni contaminati.

 

 

 

 


La prefettura di Mie ha una sola misura nell’area di Shizuoka per 13.00 Bq/kg e la prefettura di Tokushima ha due misure in area non definita per una media di 7.55 Bq/kg e un valore massimo di 7.86 Bq/kg.

 

La distribuzione geografica della contaminazione del tè risulta abbastanza strana. Le misure più contaminate non sembrano essere in relazione geografica con la zona dell’incidente o del pennacchio, ma essere piuttosto spostate verso sud. Fra tutte le misure, il tè della prefettura di Saitama è sempre risultato il più contaminato, raggiungendo i due valori massimi registrati di 300 Bq/kg e 223 Bq/kg. La prefettura di Fukushima fa curiosamente registrare un valore massimo di soli 4.7 Bq/kg, mentre la prefettura di Miyagi fa registrare un valore massimo di 5.7 Bq/kg. Non siamo in grado di dare una spiegazione soddisfacente per questa distribuzione, tuttavia ancora una volta la risposta è da cercarsi probabilmente nella rete di commercializzazione dei prodotti.

Per quello che riguarda la contaminazione del tè, bisogna sottolineare che non tutta la contaminazione riscontrata nelle foglie passa direttamente nella bevanda preparata a partire da queste. Uno studio accurato sul trasporto del cesio dal prodotto grezzo alla bevanda finale è riportato qui e dimostra che solo il 40% circa della radioattività presente nelle foglie viene effettivamente ingerita dai consumatori una volta preparata l’infusione.

Funghi

I funghi si sono rivelati fin dalle prime misure dei forti bio-accumulatori di cesio, è quindi importante dedicare un’analisi a parte a questo prodotto che costituisce comunque una parte importante della dieta giapponese in determinati periodi. Il campione di funghi comprende 11188 misure, le cui statistiche sono riportate nel grafico seguente.

 


Delle 11188 misure di funghi solo 11030 sono associabili ad una prefettura precisa, la cui contaminazione media risulta così ripartita:

 

 


Il dettaglio per prefettura delle 5714 misure che sono risultate con un contenuto di Cesio totale superiore a zero è mostrato nel grafico seguente:

 

 


Le medie indicate nel grafico qui sopra non rispecchiano però la realtà delle misure. Da questi grafici si potrebbe infatti dedurre che la prefettura più colpita in termini di contaminazione dei funghi sia quella di Hiroshima. Ad un esame più approfondito questa conclusione si rivela errata, infatti la media della prefettura di Hiroshima è spinta in alto dal fatto che ci sono solo 3 misure riguardanti questa prefettura, due a 0 Bq/kg e una a 380 Bq/kg. D’altra parte, per una prefettura come Fukushima sono disponibili ben 2050 misure di cui 1032 hanno fatto registrare 0 Bq/kg. Questo fa abbassare la media totale delle misure di Fukushima. La presenza di un quantitativo cosi’ alto di cesio in una prefettura cosi’ lontana dal luogo dell’incidente senza essere presente nelle prefetture intermedie, pone delle questioni. Si puo’ ipotizzare che ci sia stato uno scambio commerciale di funghi provenienti dalla prefettura di Fukushima prima che le misure fossero effettuate, non esiste tuttavia nessun elemento per avvalorare questa ipotesi.

 

Per avere una visione più corretta della contaminazione occorre fare un’analisi più dettagliata delle misure nelle prefetture effettivamente più colpite (Fukushima, Tochigi, Miyagi, Ibaraki e Iwate). L’istogramma delle misure inferiori a 1000 Bq/kg in queste cinque prefetture è riportato qui di seguito.

 


Si vede che le misure che hanno fatto registrare valori elevati sono comunque relativamente poche e soprattutto dovute alla prefettura di Tochigi, seguita da Iwate, Ibaraki e Miyagi. Le misure superiori a 1000 Bq/kg sono misure essenzialmente isolate.

 

Di queste misure, 48 risultano al di sopra del limite del Codex Alimentarius e 3 non sono associabili ad alcuna prefettura in particolare. Il dettaglio di queste misure è riportato nella tabella seguente:

 

Prefettura Area Cesio totale medio (Bq/kg) Max Cesio Totale (Bq/kg) Numero di misure
Fukushima Yamatsuri-machi 4850 5600 2
Gunma Numata-shi 2500 2500 1
Ibaraki non comunicata 1675 2080 6
Ibaraki Hitachi-shi 1300 1300 1
Ibaraki Hitachiomiya-shi 1400 1400 1
Ibaraki Kasama-shi 1600 1600 1
Ibaraki Now investigation 1400 1400 1
Ibaraki Shirosato-machi 2200 2200 1
Iwate Hiraizumi-cho 1000 1000 1
Iwate Ichinoseki-shi 1551 2880 12
Iwate Ichinoseki-shi, Hiraizumi-cho 1684 1684 1
Iwate Ofunato-shi 1691 1691 1
Iwate Oshu-shi 1698 3000 4
Miyagi Kurihara-shi 1700 1700 1
Miyagi Marumori-machi 1600 1600 1
Nagano Saku-shi 2233 2900 3
Tochigi Moka-shi 1629 1629 1
Tochigi Nasu-machi 1300 1300 1
Tochigi Nasushiobara-shi 1000 1000 1
Tochigi Nikko-shi 17000 31000 2
Tochigi Yaita-shi 13000 23000 2

 

Nel caso dei funghi c’è ancora un altro parametro da prendere in conto. Le misure pubblicate permettono di suddividere la provenienza dei funghi in tre grandi categorie: funghi coltivati in serra, funghi coltivati all’aperto e funghi selvatici. Se si ripartiscono le misure di funghi secondo questi criteri, si ottengono i risultati riportati nel grafico e nella tabella seguente:

 


 

Origine dei funghi Cs totale medio (Bq/kg) Max Cs totale (Bq/kg) N° Misure
Selvatici 179 31000 545
Coltivati all’aperto 21 2100 1438
Coltivati in serra 10 561 3407

 

Salta immediatamente agli occhi che la contaminazione dei funghi coltivati è nettamente inferiore a quella dei funghi selvatici, in particolare risulta di molto inferiore anche del limite legale di 100 Bq/kg.

Per quanto riguarda le misure dei prodotti selvatici che superano i 100 Bq/kg, queste risultano sparse nelle prefetture di Aomori, Gunma, Iwate, Miyagi, Nagano, Niigata, Saitama, Shizuoka, Tochigi e Yamanashi. Si tratta quindi di tutta la zona che si estende per circa 250 km intorno alla centrale.

Per quanto riguarda invece i funghi coltivati all’aperto e in serra, le sole misure che superano i 100 Bq/kg sono riportate nella tabella seguente suddivise per prefettura (il valore indica il numero di misure per prefettura):

 

Prefettura Aperto Serra
Chiba 3
Ibaraki 3
Iwate 10
Miyagi 1
Nagano 5
Tochigi 12 17

 

Questi dati risultano coerenti con la contaminazione della carne selvatica e si può arrivare a stabilire una correlazione fra la contaminazione dei funghi (e più in generale del sottobosco selvatico) e la contaminazione della selvaggina.

Per creare queste tabelle sono state utilizzate solo le 5390 misure per le quali l’indicazione dell’origine è fornita esplicitamente.

5.3.1. Evoluzione nel tempo

L’andamento nel tempo della contaminazione media di frutta e verdura mostra un andamento periodico abbastanza regolare, come è evidente dal grafico seguente:

 


Questa periodicità è da imputare ai prodotti selvatici e particolarmente a funghi e felci.

 

Riso

Il particolare modo di campionare i prodotti per prefettura e aree non permette di determinare di trarre conclusioni particolari sull’andamento temporale della contaminazione. In assenza di dati particolari in questo senso, si può considerare che la contaminazione sia rimasta di fatto costante in questo intervallo di tempo. Attenzione al fatto che la scala è logaritmica.

 


Il gradino che sembra apparire nel grafico è apparente e dovuto al modo di campionare le misure per prefettura nel tempo.

 

L’andamento nel tempo della contaminazione media del tè (mediata su tutte le prefettura) è mostrata nel grafico seguente. Attenzione al fatto che la scala è logaritmica.

 


Non è possibile evidenziare un andamento chiaro, tuttavia sembra essere presente una leggera diminuzione media della contaminazione. Le fluttuazioni visibili sono giustificabili ancora con il modo di campionamento delle diverse prefetture.

 

Funghi

L’andamento medio della contaminazione dei funghi sembra presentare una lieve diminuzione, ancora una volta imputabile sicuramente al decadimento del Cs-134. Attenzione al fatto che la scala è logaritmica.

 


 

5.4. Latte e uova

Il latte non presenta alcuna contaminazione degna di nota. Le statistiche generali riguardanti questa categoria di alimento sono riportate nella figura seguente:

 


La presenza del 4% di misure con contaminazione lieve (corrispondenti a 465 misure su un totale di 11000) non deve ingannare. La contaminazione media resta costantemente al di sotto di 1 Bq/kg. Solo in rari casi si riscontrano misure superiori a questo valore, ma che oltrepassano molto raramente i 10 Bq/kg. In particolare, nella tabella seguente riportiamo le prefetture e i valori massimi registrati nel caso questi siano superiori a 1 Bq/kg:

 

 

Prefettura Max Cesio Totale (Bq/kg)
Gunma 16
Iwate 9
Niigata 9
Tochigi 9
Miyagi 8
Fukushima 7
Saitama 2.9
Nagano 2.9
Shizuoka 2.8
Kanagawa 2.2
Gifu 1.5
Tokyo 1.4
Ibaraki 1.3

 

L’evoluzione nel tempo del valore medio delle misure mostra una certa stabilizzazione a partire dall’aprile 2013, probabilmente da mettere in relazione con la riduzione della contaminazione media constatata per la carne di manzo dovuta al decadimento del Cs-134. Da notare tuttavia che non esiste una relazione geografica evidente fra le prefetture più colpite per la carne di manzo e quelle del latte. D’altra parte, bisogna tenere in considerazione che i livelli medi di contaminazione di queste categorie sono estremamente bassi, rendendo ogni fluttuazione statistica importante.

 


Uova

 

Anche le uova non presentano alcuna contaminazione degna di nota.

 


Delle 1444 misure riguardanti le uova, 290 non sono associabili a nessuna prefettura particolare. Sfortunatamente, il secondo massimo valore registrato (22 Bq/kg) appartiene proprio a questo insieme di misure. La ripartizione per prefettura delle rimanenti è mostrata nel grafico che segue:

 

 


Come si può vedere, la prefettura più colpita (se si può usare questo termine per una media di 0.81 Bq/kg di Cesio) è Fukushima, seguita da Iwate, Ibaraki e Niigata. Ancora una volta, questo non è sorprendente in quanto si tratta delle prefetture più vicine alla centrale e al pennacchio.

 

Le uniche misure che hanno superato i 5 Bq/kg riguardano la Prefettura di Fukushima (Aizubange-machi, Asakawa-machi, Date-shi, Fukushima-shi, Hanawa-machi, Hirata-mura, Ishikawa-machi, Nakajima-mura, Shirakawa-shi, Tamura-shi, Yamatsuri-machi), Ibaraki (Sakuragawa-shi) e Iwate (Kanegasaki-cho).

Il campione utilizzato per questa analisi consiste in 1444 misure riguardanti esclusivamente le uova nella loro forma originale.

6. Effetto della contaminazione sulla dieta quotidiana

Questo paragrafo non vuole certamente essere uno studio approfondito sull’effetto della contaminazione sulla dieta giapponese, ma solo individuare l’impatto di massima che l’incidente di Fukushima può avere dal punto di vista alimentare. Per questo, sono state adottate diverse semplificazioni in questo studio:

  • Si utilizza solo Cs-137 invece di fare una distinzione fra Cs-134 e Cs-137, che a rigor di logica hanno fattori di assorbimento diversi. Questo è giustificato dal fatto che l’interesse si porta sugli effetti a medio-lungo termine, dopo il decadimento del Cs-134. I fattori di conversione utilizzati sono pertanto di 0.013 µSv/Bq per gli adulti e 0.021 µSv/Bq per i bambini.
  • Una media totale non tiene conto correttamente della ripartizione fra alimenti coltivati/allevati e selvatici, in quanto influenzata più dal campionamento dei prodotti che dalle scelte gastronomiche della popolazione. Questa approssimazione è difficile da valutare, ma se si assume che la maggior parte dei prodotti consumati proviene effettivamente da allevamenti e/o serre non dovrebbe essere lontana dalla realtà.

Il consumo medio procapite dei differenti alimenti nella dieta giapponese è illustrato nella tabella seguente insieme con la contaminazione media nella prefettura di Fukushima:

 

Categoria di alimento Consumo medio Fukushima (g/giorno) Consumo medio secondo National Health & Nutrition Survey 2009 (g/giorno) Contaminazione media (Bq/kg)
Riso 311 274 75
Frutta e verdura 931 564 14
Funghi 21 15 15
Alghe 19 7 3
Prodotti ittici (escluso crostacei e alghe) 65 57 32
Carne 52 90 21
Uova 35 36 0.81
Latte 142 99 0.24
Té (*) 0.03 0.9

 

(*) Dati sul consumo annuale di tè in Giappone estratti da Wikipedia, riduzione del 40% della contaminazione per il tè in infusione (0.4 x 2.23 Bq/kg).

Diverse osservazioni devono essere fatte a proposito di questa tabella.

  • La dieta giornaliera nella prefettura di Fukushima si appoggia sui dati pubblicati in Dietary Intake of Radiocesium in Adult Residents in Fukushima Prefecture and neighboring Regions after the Fukushima Nuclear Power Plant Accident: 24-h Food Duplicate Survey in Decembre 2011, Environmental Science & Tecnology, 2013, 47, 2520-2526.
  • Le medie giornaliere di queta prefettura sono generalmente in accordo con quelle del National Health & Nutrition Survey (2009).
  • Le discrepanze che si notano fra la media nazionale e la prefettura di Fukushima sono giustificate dalle differenti abitudini alimentari di questa regione. Si tratta di una regione a forte componente agricola (la seconda in Giappone per numero di fattorie) con frequenti scambi di prodotti fra gli abitanti. Questo si ripercuote in un minore consumo di carne.
  • Il consumo di latte risulta superiore alla media nazionale

Dalla tabella precedente si ricava l’assunzione giornaliera di cesio e la proiezione della dose assorbita su un anno per adulti e bambini:

 

Categoria di alimento Contaminazione interna media giornaliera (Bq) Proiezione annuale dose adulti (mSv/y) Proiezione annuale dose bambini (mSv/y)
Riso 23 0.109 0.176
Frutta e verdura 13 0.062 0.100
Funghi 0.31 0.001 0.002
Alghe 0.06 0.0003 0.0005
Prodotti ittici (escluso crostacei e alghe) 2.1 0.010 0.016
Carne 1.1 0.005 0.008
Uova 0.03 0.0001 0.0002
Latte 0.03 0.0001 0.0002
0.03 0.0001 0.002
Totale 40 0.188 0.304

 

Tenuto conto dell’incidente nucleare, si tratta di dosi estremamente basse e ben al di sotto del limite annuale per la popolazione. Per calarle in un contesto più familiare, si tratta di dosi inferiori alla radioattività naturale del corpo umano dovuta al potassio K-40 (0.390 mSv/y) o al fondo naturale (circa 3 mSv/y).

Tenuto conto del fatto che la stima calcolata in questo articolo è molto probabilmente una sovrastima, si può concludere che la contaminazione alimentare presenta un rischio piccolo, al limite trascurabile.

7. Conclusioni

L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima è stato il secondo più grave della stora dell’industria nucleare civile dopo quello di Chernobyl. A differenza di quest’ultimo, tuttavia, i controlli in corso di incidente da parte degli enti coinvolti nazionali e internazionali sono stati molto più stretto, in particolare per quanto riguarda gli effetti secondari sulla catena alimentare.

Una campagna di misure dei prodotti alimentari senza precedenti (quasi un milione di misure dal 2012) è stata messa in atto dal governo giapponese per monitorare la situazione. Questa campagna ha riguardato indistintamente tutte le tipologie di prodotto: selvatico e di allevamento; a monte o a valle della filiera distributiva; verdure, pesci, carne e derivati; latte, uova e derivati; bevande e acqua. L’enorme quantità di dati raccolti in questa campagna ha permesso di costruire un quadro chiaro della contaminazione alimentare nel Giappone di oggi.

Le misure pubblicate dal MHLW giapponese sono da ritenersi attendibili per i tre motivi già indicati in §2:

  • La campagna di misure è condotta dal governo giapponese, ma diversi enti indipendenti (fra cui, all’inizio della campagna, anche GreenPeace) hanno effettuato le loro proprie misure che sono risultate sostanzialmente in accordo con quanto pubblicato. Diversi campioni sono stati inoltre inviati a più riprese in diversi istituti di diverse nazioni ed i risultati concordano con quanto pubblicato. Tuttavia, per ragioni logistiche e di budget la campagna di misure condotta dal governo ha una estensione e una capillarità che non può però essere raggiunta da altri enti.
  • I risultati pubblicati sono in linea con quanto ci si può aspettare dopo un incidente del tipo di Fukushima, sia in termini di contaminazione che di estensione del fenomeno.
  • Gli occhi del mondo sono puntati sul Giappone, tutti gli errori e le cattive valutazioni commesse dagli enti implicati nell’incidente sono subito diventati di pubblico dominio. Anche laboratori non giapponesi hanno richiesto prodotti alimentari provenienti dalle prefetture sotto osservazione per analisi indipendenti.

La prima considerazione che può essere fatta sulla contaminazione alimentare è che la contaminazione da cesio totale risulta molto diversa qualora si faccia distinzione fra alimenti di origine selvatica e di allevamento / serra. Nel primo caso il livello medio di contaminazione è notevolmente più alto, caratteristica che risalta immediatamente qualora si confronti la carne selvatica (cinghiale, cervo, orso) con gli altri tipi di carne (manzo, pollo e suino) o i funghi selvatici con i funghi coltivati in serra. La contaminazione dei prodotti di allevamento e di serra presenta livelli bassissimi, molto al di sotto dei limiti legali attuali in Giappone che, è utile notarlo, sono già di molto inferiori a quelli accettati dalla comunità internazionale nel Codex Alimentarius. Questa constatazione è fra le più importanti, se non la più importante di tutte.

La contaminazione della carne di pollo e di suino raramente supera i 10 Bq/kg e la contaminazione dei prodotti derivati (latte e uova) è ancora più bassa, attestandosi su valori di qualche bequerel.

La carne di manzo rappresenta un capitolo a parte. A causa dello scandalo delle partite di fieno avvenuto nel luglio 2011, la contaminazione media dei capi di bestiame è superiore a quella della carne di pollo e abbastanza diffusa geograficamente, restando tuttavia sempre molto al di sotto dei limiti legali e attestandosi in media sui 20 Bq/kg.

La contaminazione dei prodotti vegetali non risulta concentrata particolarmente in determinati prodotti, se si fa eccezione di funghi e felci selvatici. In questa categoria di prodotti la maggior parte della contaminazione proviene in ogni caso da alimenti coltivati all’aperto. Nel caso di prodotti di serra la contaminazione resta in media su valori estremamente bassi di circa 10 Bq/kg. Una analisi specifica per riso, funghi e tè ha permesso di stabilire che:

  1. Riso: La contaminazione media risulta estremamente bassa (al di sotto dei 10 Bq/kg) tranne nella prefettura di Fukushima, dove raggiunge quasi il limite legale di 100 Bq/kg. Valori importanti isolati sono stati misurati nelle prefetture di Iwate, Miyagi, Tochigi, Gunma, Ibaraki e Chiba.
  2. tè: La contaminazione media è estremamente bassa (al di sotto dei 10 Bq/kg), ma valori importanti sono stati registrati nelle prefetture di Ibaraki e Saitama. Quest’ultima in particolare ha fatto registrare i massimi valori in assoluto pur non essendo geograficamente vicina alla zona dell’incidente.
  3. Funghi: nonostante i funghi siano grandi concentratori di cesio, la contaminazione media dei funghi coltivati all’aperto e di serra è relativamente bassa (inferiore rispettivamente a 50 e 20 Bq/kg), mentre quella dei funghi selvatici è notevolmente più elevata, attestandosi intorno ai 180 Bq/kg.

Anche la contaminazione dei prodotti ittici presenta una notevole differenza fra prodotti di allevamento e selvatici, ma una analisi più approfondita ha permesso di determinare che la maggior parte dei prodotti contaminati sono costituiti da:

  1. Pesci di fondale. Questo si giustifica con la sedimentazione delle particelle di cesio sul fondo marino.
  2. Pesci di acqua dolce. Questo è dovuto al dilavamento superficiale che convoglia il cesio nelle acque interne
  3. Pesci predatori. Trovandosi in cima alla catena alimentare, agiscono come una sorta di “accumulo e deposito” del cesio accumulato nei gradini più bassi della catena alimentare.

In ogni caso, le misure che hanno fatto registrare valori superiori ai livelli medi indicati sopra sono concentrate nelle prefetture più direttamente colpite dall’incidente, ovvero Fukushima, Miyagi, Tochigi, Iwate e Ibaraki, e in particolare nei distretti direttamente collegati all’incidente o al di sotto del pennacchio emesso dalla centrale.

Per quanto riguarda l’andamento nel tempo della contaminazione da cesio, nei casi in cui è possibile evidenziare una evoluzione questa risulta compatibile con la riduzione della componente di Cs-134 che ha un tempo di dimezzamento di circa 2 anni.

In conclusione, si può affermare che l’impatto sanitario dell’incidente alla centrale di Fukushima per quanto riguarda le dosi alla popolazione da ingestione di alimenti contaminati è stato contenuto. Questo è stato possibile per la concomitanza di diversi fattori:

  1. L’azione del governo è molto stretta dove può avere il pieno controllo, ovvero sui prodotti di allevamento e di serra.
  2. Fortunatamente, la maggior parte (80% circa) dei contaminanti sono stati trasportati lontano al largo dalle coste del Giappone, dove hanno potuto diluirsi nelle acque del Pacifico.
  3. Come conseguenza del punto precedente, la contaminazione si è concentrata essenzialmente in alcune zone particolari (intorno alla centrale e nelle acque interne delle prefetture coinvolte) e in alcuni organismi particolari (funghi, carne selvatica, pesci di fondale, acqua dolce e predatori).

Anche non modificando la dieta giapponese in maniera particolare, si puo’ affermare che l’impatto della contaminazione sulla dose assorbita annuale è estremamente limitato e si attesta su non più di 0.2 mSv/y per gli adulti e 0.3 mSv/y circa per i bambini, ampiamente al di sotto del fondo naturale e dei limiti considerati sicuri.

Questo articolo è tradotto anche in fr_FR.

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